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Smartphone e cosmetici: “occhio” alla vista

sindrome dell'occhio secco, tante ore avanti a schermi e smartphone

Al giorno d'oggi per motivi lavorativi passiamo tante ore davanti al computer e si può dire che abbiamo sviluppato una vera e propria dipendenza da smartphone e tablet. Queste nostre abitudini possono comportare la sindrome dell'occhio secco. Le donne devono prestare attenzione anche ad altri fattori, quali i cosmetici e interventi anti-aging. Il film lacrimale infatti può essere alterato da alcune particelle contenute proprio nei cosmetici che possono arrivare fino alla superficie oculare.

Cos'è la sindrome da “occhio secco”?

La sindrome dell'occhio secco è una patologia che consiste in un'alterazione quantitativa e qualitativa del film lacrimale. Si verifica quando vi è una riduzione della frequenza di ammiccamento, ovvero apertura/chiusura delle palpebre, oppure quando si è in presenza di condizioni ambientali sfavorevoli le quali provocano un aumento dell'evaporazione della componente acquosa della lacrima. Tale patologia è diventata una vera e propria epidemia nel mondo tanto che recentemente l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha affermato che la sindrome dell'occhio secco rappresenta una delle affezioni più sottovalutate e ignorate nella società di oggi. Non bisogna sottovalutare questo disturbo in quanto, se non adeguatamente tenuta sotto controllo, può sfociare in vere e proprie lesioni della superficie della cornea. Tra i sintomi più frequenti troviamo: bruciore e/o arrossamento degli occhi, sensazione di corpo estraneo, alterazione della vista, sensibilità alla luce.

secchezza oculare

Secchezza oculare e tecnologia

Quando eravamo piccoli i nostri genitori ripetutamente ci invitavano a non guardare la TV troppo da vicino perché questo avrebbe influito negativamente sulla nostra vista. Tale raccomandazione non solo era vera allora, ma lo è ancora di più oggi dato che passiamo numerose ore con gli occhi davanti ad uno schermo, computer o smartphone che sia. Nella società di oggi computer e smartphone sono oggetti che caratterizzano la nostra vita quotidiana e la posizione che assumiamo utilizzando tali strumenti non solo provoca una maggiore evaporazione del film lacrimale perché tendiamo ad aprire di più le palpebre, ma la maggiore concentrazione richiesta porta ad ammiccare sempre meno fornendo così minore umidità agli occhi.

Come evitare la secchezza oculare in ufficio

Un corretto assetto della propria postazione lavorativa contribuisce a mantenere gli occhi in salute. Innanzitutto lo schermo del computer dovrebbe essere posizionato all'altezza dei nostri occhi o comunque sotto di essi in modo da non dover guardare in alto, ed una distanza tra l'occhio e lo schermo considerata ottimale per una vista sana è di almeno di 50-60 cm. Una postura corretta, mediante l'uso di sedie ergonomiche e comode, contribuisce a mantenere tale distanza. Inutile dire poi che chi lavora tante ore davanti al computer dovrebbe prendere piccole pause ogni 1-2 ore, più specificatamente, molti specialisti infatti raccomandano di seguire la regola del 20 x 20 x 20, ovvero, ogni 20 minuti bisognerebbe distogliere lo sguardo dal monitor e concentrarsi su qualcosa che sia distante almeno 20 metri per 20 secondi in modo da riabituare l'occhio. Altra buona regola per mantenere l'occhio in salute richiede che la luce dello schermo non sia mai più forte di quella circostante e comunque di tenere l'ambiente lavorativo ben illuminato.

secchezza oculare e tecnologia

Occhio ai trattamenti cosmetici

Recentemente presso l'Auditorium dell'Ara Pacis di Roma si è tenuto l' incontro di esperti internazionali “European TFOS Ambassador Meeting” dove si è discusso di malattie croniche della superficie oculare ma anche dei moderni stili di vita che si riflettono negativamente sulla salute dei nostri occhi. Durante il convegno la Tear Film & Ocular Surface Society(TFOS), società con sede a Boston e leader nella ricerca sulla superficie oculare, ha inserito tra i fattori di rischio scatenanti della secchezza oculare gli interventi chirurgici sulla palpebra, le iniezioni anti-aging ed alcuni prodotti cosmetici. Secondo la TFOS particelle dei cosmetici possono spostarsi sulla superficie oculare andando ad alterare il film idrolipico che la ricopre ed in tale contesto il mascara ricopre il ruolo di indagato speciale. Quest'ultimo, dopo 3 mesi di utilizzo, anche se usato da una singola persona, presenta microbi sul 30% dei spazzolini ed inoltre, acari, batteri e sebo tendono ad accumularsi sull' applicatore andando a contaminare tutto il prodotto.

occhio ai trattamenti cosmetici

Ma questa non è l' unico Istituto che punta il dito contro i prodotti cosmetici. Ad esempio, l' Università di Waterloo ha appurato che il 15-30% dell' eyeliner applicato si sposta sulla superficie oculare entro 5 minuti dall'applicazione ed inoltre afferma che i retinoidi, contenuti nelle creme anti-age, possono aumentare la secchezza oculare andando ad incidere negativamente sulla funzione delle ghiandole di meibonio. Ancora, secondo Gallant Sullivan, Executive director di TFOS, oggi c'è bisogno di un attenta ricerca per determinare l'efficacia dei trattamenti cosmetici e per diminuire radicalmente gli ingredienti che possono interferire con la salute oculare.